Renato, impiegato di banca, per curare la madre malata si fa prestare dei soldi da Giannone che è anche il suo padrone di casa. Una sera si reca a casa sua per chiedere una proroga ma lo trova morto e viene arrestato per omicidio con conseguente condanna a 20 anni. Il vero responsabile del delitto è Arturo, il nipote di Giannone, che finge di dare un sostegno ad Ernesto solo per insidiarne le moglie. In galera Ernesto incontra lo scassinatore complice del furto che gli rivela l'identità dell'assassino, nel frattempo Arturo riceve delle lettere anonime e decide di fuggire con la sua amante subito dopo il matrimonio ma l'arrivo in extremis di Renato, evaso dal carcere, lo assicura alla galera.